La natura delle “Terre Ardenti” ( dal Greco “fleguros”) è sempre stata spaventosa e magica nello stesso tempo. Tutti i navigatori dell’antichità hanno sempre parlato di terre scatenate in cui Fuoco, Aria, Terra ed Acqua interagiscono, si scontrano, lottano e creano magicamente pianure, laghi, colline con stupendi boschi con sullo sfondo onnipresente il mare.

Terremoti, esplosioni, fiumi incandescenti, lingue di fuoco, nuvole di cenere rappresenta lo scenario in cui l’uomo ha tessuto storie fantastiche intrise di potenza, paura, forza, morte e vita.

Le leggende del luogo, quindi, rappresentano l’immaginario ispirato da tale natura sì spaventosa e potente, quanto stupenda creatrice di vita e bellezza.   

L’origine di quest’area viene fatta risalire alla Battaglia di Flegra, durante la quale Eracle aiutò Zeus e gli altri déi a sconfiggere i Titani e i Giganti per instaurare l’ordine nel mondo.

Sempre Eracle passò per i Campi Flegrei per trasportare i Buoi Rossi di Gerione durante la sua decima impresa e nell’attraversare queste terre, fondò le città di Bacoli, il cui nome deriva da Baculi, cioè la stalla dove erano conservati i buoi, ed Ercolano sotto le pendici del Vesuvio.

Secondo la tradizione la fondazione di Cuma avvenne grazie al Dio Apollo che prese le forme di una Colomba e indicò agli ecisti Megastene di Calcide dell’isola di Eubea e Ippocle di Cuma euboica, il luogo dove fondare una nuova colonia.

Il mito dei Campi Flegrei ha superato i secoli grazie anche a Virgilio, che li consacra nel libro VI dell’Eneide, e a Dante Alighieri, che qui vi ambienta l’Inferno.

Qui infatti secondo la tradizione si trova la porta dell’inferno (Lago D’Averno) e la famosa grotta dove vive la Sibilla Cumana, la sacerdotessa di Apollo, l’oracolo che predisse ad Enea la grandezza di Roma e che scrisse i famosi Libri Sibillini, dove veniva raccontato il futuro dell’umanità.